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Gustav Meyrink – Il Golem

04/07/2012

L’antico misterioso ghetto ebraico di Praga e le leggende fiorite intorno ad esso sono rappresentate in questo romanzo, il più noto di Meyrink.

In un’atmosfera surreale ed onirica, con una narrazione interrotta e barocca a metà strada tra l’espressionismo e il surrealismo, giocando sulla contrapposizione tra sogno e realtà, attingendo alla Kabbala, al simbolismo dei tarocchi, alla leggenda (rivisitata) del Golem e ad altre tradizioni ebraiche (nella loro volgarizzazione), il romanzo si snoda tra visioni, sdoppiamenti, apparizioni fantasmatiche, magie e misteri.

Ma nell’opera di Meyrink il Golem non è un uomo d’argilla come quello creato dal Rabbi Löw all’epoca di Rodolfo II, bensì un fantasma, un’ombra che ogni 33 anni si aggira per il ghetto sconvolgendo i suoi abitanti. Della sua esistenza nessuno è certo, così che lo si può vedere anche in senso psicanalitico come materializzazione dei timori di coloro che credono di averlo visto, o come rappresentazione del ‘doppio’. Un romanzo moderno quindi, di stampo novecentesco, distante dalla Praga medievale cui rimanda invece il Golem della tradizione.

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