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Stefano delle Chiaie – L’Aquila e il Condor

16/11/2012

Se non provenissero da Pablo Neruda, che politicamente stava decisamente sul fronte opposto, Stefano Delle Chiaie potrebbe prendere a prestito il titolo del libro più famoso del poeta: Confesso che ho vissuto. Militante fascista fin dalla giovanissima età, con una spiccata predilezione per l’azione più che per la discussione teorica, Delle Chiaie ha segnato, nel bene e nel male, trent’anni di battaglia politica, nel nostro Paese e non solo.
Accusato dei peggiori crimini, piazza Fontana compresa, e ricercato dalle polizie di mezzo mondo, il suo nome è stato associato ad alcuni dei fatti più cruenti e misteriosi del passato recente. Oggi, per la prima volta, Delle Chiaie ha scelto di fornire la sua versione, che spesso contraddice i resoconti di altri testimoni.
Il suo racconto getta nuova luce su alcuni degli episodi più discussi degli Anni di piombo: come la famigerata beffa dei “manifesti cinesi”, il golpe Borghese, la strage del 12 dicembre 1969, i fatti di Reggio Calabria, il presunto piano dei servizi per sequestrare Aldo Moro, quattordici anni prima che lo facessero le BR. E ancora, fuori dall’Italia durante gli anni di una lunga latitanza, sulla sua attività di avventuriero politico – con ruoli di primo piano – fra Sudamerica, Spagna, Angola e Portogallo, nel segno dell’utopia di una “internazionale nera”.

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