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Gruppo di UR – UR (1927) I.vol. Ed Tilopa

18/08/2012

SONO DISPONIBILI  I TRE VOLUMI ORIGINALI (COPIA ANASTATICA) DI UR 1927 – UR 1928 – KRUR 1929 DELLA EDIZIONE TILOPA DA MOLTI ANNI INTROVABILI IN FORMATO CARTACEO – QUESTA E’ LA SOLA EDIZIONE INTEGRALE DI UR E KRUR ESISTENTE OGGI ( DA NON CONFONDERSI CON QUELLA RIDOTTA E PURGATA DA EVOLA ED EDITA DALLE EDIZIONI MEDITERRANEE COL NOME DI “INTRODUZIONE ALLA MAGIA”) FATTA RISTAMPARE ANNI FA DALLO SCOMPARSO MASSIMO SCALIGERO.  LA COPIA DIGITALE IN PDF E’ RIGOROSAMENTE CONFORME AL TESTO ORIGINALE IN QUANTO TUTTE LE PAGINE SONO STATE FOTOGRAFATE AL FINE DI MANTENERE TUTTI I SIMBOLI, DISEGNI E CARATTERI PARTICOLARI. PER VEDERE UN DIMOSTRATIVO CLICCA QUI. ORDINA ADESSO PER NON PERDERE QUESTA OCCASIONE UNICA!

Il Gruppo di Ur è stato un sodalizio magico attivo in Italia alla fine degli anni venti. Direttore del gruppo fu probabilmente Julius Evola alternato da Arturo Reghini fino a quando egli ne fece parte.

Il gruppo si dichiarava indipendente da qualsiasi scuola o movimento esoterico del tempo (occultismo, massoneria, teosofia, spiritismo, ecc.) in quanto la Tradizione esiste di per sé e non è legata ad alcuna scuola. Di fatto però le principali componenti esoteriche rappresentate nel gruppo furono quella antroposofica, quella kremmerziana e quella massonico-pitagorica, oltre ad alcuni cattolici.

Secondo Evola gli obiettivi del gruppo furono essenzialmente due:

suscitare una superiore forza metafisica che potesse aiutare i singoli membri a operare magicamente;
utilizzare questa forza superiore per poter esercitare un’influenza magica sulle forze politiche del tempo.

All’interno del gruppo vi furono dei tentativi di rivitalizzare la componente esoterica-iniziatica del paganesimo tradizionale romano, da parte di Arturo Reghini, di alcuni antroposofi (come Giovanni Cesarò), di Evola stesso, e del personaggio noto con lo pseudonimo di Ekatlos. La relazione dello stesso Ekatlos, pubblicata nel 1929 sulla rivista Krur (articolo La scena e le quinte), su un tentativo da parte di alcuni componenti del gruppo di esercitare una pressione sul fascismo per imprimerne una svolta in senso pagano, rientra nel secondo degli obiettivi del gruppo così come li ha delineati Evola.

Vennero costituite diramazioni del gruppo in altre città (come si evince dagli articoli Glosse varie: costituzione di una catena magica, in Ur 1927 e Istruzioni di catena, in Ur 1928), denominate “catene”, delle quali se ne conosce l’esistenza solo per la città di Genova (dall’articolo Esperienze di catena, in Krur 1929). Sono ignoti i componenti della catena di Genova ma si sa che era costituita da cinque persone e che il suo direttore era un ex kremmerziano.

Dopo la seconda guerra mondiale un sodalizio in Italia avrebbe ripreso il messaggio del Gruppo di Ur: il Gruppo dei Dioscuri. Julius Evola fu il denominatore comune dei due Gruppi, in quanto assistette al percorso della nuova esperienza esoterica, che fu voluta da alcuni giovani a lui molto vicini, che frequentarono casa sua negli anni cinquanta e sessanta e che a lui si ispirarono. È certo che Evola fosse costantemente informato dell’iniziativa, e che ebbe visione dei quattro fascicoli di ispirazione tradizionale (I Fascicoli dei Dioscuri, pubblicati all’interno del Movimento Politico Ordine Nuovo) prima che essi fossero diffusi tra il 1969 ed il 1973. Il Gruppo dei Dioscuri operò a Roma, Napoli, Messina e Milano, e diversamente dall’esperienza del Gruppo di Ur, che si ispirò a varie Tradizioni ed esperienze, ebbe al centro del proprio intento operativo la Tradizione romana prisca. La notizia relativa ad un suo scioglimento, diffusa in particolare attraverso gli scritti di Renato Del Ponte, appare falsa e priva di qualsiasi fondamento, in quanto il Gruppo dei Dioscuri risulta per certo essere stato ininterrottamente attivo fin dal 1969, ed è tuttora costituito dai discepoli dei fondatori, così come è noto a Sandro Consolato, Direttore de “La Cittadella”, rivista del Movimento Tradizionale Romano, che ne riferisce la notizia nei suoi scritti.

Espressione del gruppo fu una rivista nella quale gli autori degli articoli si firmavano con uno pseudonimo, come consuetudine in tutte le scuole iniziatiche, perché ritenevano che non contasse la persona ma l’insegnamento, che a sua volta trascende il singolo individuo. Inoltre l’anonimato evitava che il lettore si facesse influenzare dalla identità degli autori e dalla loro appartenenza a questa o quella corrente esoterica del tempo. Direttore della rivista fu Julius Evola da solo nel 1927, insieme a Arturo Reghini e Giulio Parise nel 1928, di nuovo da solo nel 1929.

La materia trattata dalla rivista è divisa in dottrina, pratica (esposizione di metodi, indirizzi di tecnica e di disciplina), esperienze (relazioni di esperienze interiori effettivamente vissute), testi (pubblicazione di testi, di frammenti di testi o traduzioni di testi, rari o poco noti, di Oriente e d’Occidente, opportunamente chiariti, annotati o sintetizzati da chi ne abbia competenza e tutti volti ad un suscitamento, ad una organizzazione, ad un risveglio) e glosse (considerazione di problemi imposti da particolari fenomeni, per cui si sia condotti al senso di una realtà e di una possibilità trascendente gli angusti quadri in cui si è chiuso l’uomo e la sua scienza).

Nella rivista vennero pubblicati alcuni testi di interesse magico-ermetico-alchemico di varia provenienza; vi sono testi antichi (il rituale mithriaco del Gran Papiro Magico di Parigi, estratti dal de Mysteriis di Giamblico, i Versi d’oro di Pitagora, uno scongiuro magico pagano, Massime di saggezza pagana di Plotino), rinascimentali (De Pharmaco Catholico, un codice plumbeo alchemico italiano, Clavis Philosophiae Chemisticae di Gerard Dorn, La dignità dell’uomo di Pico della Mirandola), moderni (brani tratti da Il Golem e Il volto verde di Gustav Meyrink, il saggio Prospettive tratto da Musica delle fonti di Otokar Brezina) e orientali (un brano del primo capitolo del Kularnava Tantra, alcuni passi del Majjhima Nikaya, brani dallo Shri chakra sambhara, tre canti di Milarepa).

La rivista uscì con il nome di Ur negli anni 1927 (10 fascicoli, di cui due doppi) e 1928 (8 fascicoli, di cui quattro doppi), mentre nel 1929 a seguito dell’uscita dal gruppo di Reghini e Parise, la direzione fu assunta dal solo Evola che cambiò il nome della rivista in Krur (8 fascicoli, di cui due doppi). Nel dicembre 1929 uscì l’ultimo numero di Krur, sul quale Evola annunciava lo scioglimento del gruppo e il proseguimento dell’attività in una nuova rivista dal titolo La Torre, della quale uscirono 10 numeri (dal febbraio al giugno 1930) ma che fu costretta a chiudere per l’ostilità del regime e per alcuni attacchi squadristi. Alla rivista La Torre collaborarono anche alcuni ex appartenenti al Gruppo di Ur: Guido De Giorgio (con lo pseudonimo di Zero), Girolamo Comi, Domenico Rudatis, Emilio Servadio.

I fascicoli di Ur e Krur furono poi ripubblicati rilegati nel 1955-1956 in tre volumi dall’editore Bocca di Roma sotto il titolo di Introduzione alla Magia e una seconda volta nel 1971 dalle Edizioni Mediterranee, con lo stesso titolo. Nel 1987, anche le Edizioni I Dioscuri, ripubblicarono i tre volumi di Bocca. Tutte le le edizioni risentono della revisione operata da Julius Evola già a partire dagli anni Quaranta e ripetuta più volte nel corso degli anni. L’editore Tilopa di Roma ha invece pubblicato negli anni 1980-1981 la ristampa anastatica dei fascicoli originali, senza quindi le successive revisioni di Evola.

I seguenti personaggi fecero parte del Gruppo di Ur e collaborarono alle riviste Ur e Krur (tra parentesi gli pseudonimi):

Leone Caetani (probabilmente Ekatlos), kremmerziano e neopagano.
Giovanni Antonio Colonna di Cesarò (Arvo), antroposofo.
Giovanni Colazza (Leo), antroposofo.
Girolamo Comi (Gic), poeta prima antroposofo, poi cattolico.
Guido De Giorgio (Havismat), cattolico vicino al pensiero di René Guénon.
Aniceto Del Massa (Sagittario), pitagorico e forse massone.
Julius Evola (Agarda, Arvo in alcuni casi, Breno?, Ea, Iagla, Krur?).
Nicola Moscardelli (Sirio, Sirius), filosofo cattolico.
Arturo Onofri (Oso), poeta antroposofo.
Giulio Parise (Luce), pitagorico e massone.
Ercole Quadrelli (Abraxa, Tikaipos), kremmerziano.
Arturo Reghini (Henìocos Arìstos, Pietro Negri), pitagorico e massone.
Corallo Reginelli (Taurulus), prima antroposofo, poi ermetista.
Domenico Rudatis (Rud), alpinista.
Emilio Servadio, psicanalista (Apro?, Es).

Altri personaggi non ancora identificati usarono gli pseudonimi di Alba (probabilmente antroposofo), Arom, Nilius, Primo Sole, Zam.

Secondo Del Ponte, pur non essendoci attestazioni documentarie ma solo testimonianze orali, potrebbero aver fatto parte del Gruppo di Ur (senza però scrivere sulla rivista) anche l’ingegnere aretino Moretto Mori e Amerigo Bianchini, entrambi amici di Reghini (dopo l’espulsione di Guido Bolaffi, Bianchini divenne il maestro venerabile della loggia Hermes di Firenze, facente parte del Rito Filosofico Italiano)

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